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Non dimenticare i fiori: una storia di affetto sul rapporto madre-figlio

Non dimenticare i fiori è il secondo romanzo dell’autore e produttore Kawamura Genki, già piuttosto conosciuto in Italia per il suo esordio con Se i gatti scomparissero dal mondo (di cui vi ho parlato qui sulla mia pagina Instagram), entrambi editi da Einaudi.

Izumi e Yuriko

La storia che ci racconta ha come protagonista Izumi e il suo rapporto con la madre Yuriko: proprio quando lui sta per diventare padre, la madre inizia a mostrare i primi sintomi dell’Alzheimer.

Yuriko è un’insegnante di pianoforte, con una forte passione per la musica che riesce a trasmettere anche al figlio, che lavora in una casa discografica.

Quello che ci troviamo davanti è un romanzo molto introspettivo: la narrazione si concentra, appunto, sul rapporto madre-figlio, sul suo deteriorarsi e rafforzarsi allo stesso tempo.

Se da un lato, infatti, la malattia di Yuriko la porta a dimenticare le cose, i nomi, persino i volti delle persone a lei care, dall’altro Izumi arriva pian piano alla consapevolezza di quanto sino ad allora non era mai stato vicino a sua madre come credeva. Ed è per questo che cerca, ora, di rimediare.

Attraverso una serie di salti nel tempo conosceremo così la storia di quella madre sola, abbandonata a se stessa con un figlio alle spalle, e allo stesso tempo assisteremo all’evoluzione del personaggio di Izumi, alla sua conoscenza della madre come finora l’aveva mai vista.

Forse gli esseri umani portano con sé bagagli proporzionati ai loro ricordi. Andando incontro alla morte, il necessario si riduce poco alla volta.

Un romanzo doloroso

Non dimenticare i fiori è un romanzo molto intenso, e soprattutto doloroso: assistere al cambiamento di Yuriko, vederla perdersi, fisicamente e mentalmente, tra persone sconosciute, scaffali di un supermercato e stazioni di polizia, provoca nel lettore un forte senso di tristezza e tenerezza.

Kawamura è riuscito in queste pagine a creare una storia che parla di umanità e di affetto, con una scrittura delicata che, pur trattando un tema così forte, non appare né pesante né, al contrario, banale: semplicemente, coinvolge.