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Onibaba: il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese

“Perché nelle fiabe giapponesi quando compare una donna anziana è quasi sempre malvagia, invidiosa, gelosa, in preda all’ira, mentre i vecchietti sono sempre gentili, amorevoli, compassionevoli nei confronti degli esseri umani o degli animali?”

A partire dai principi dello yin e lo yang taoisti, passando per le celebri opere sulle origini, come il Kojiki e il Nihonshoki, per arrivare epoca dopo epoca, alla contemporaneità: le donne, da sciamane e imperatrici, diventano a partire dall’ottavo secolo portatrici di impurità, tentatrici e seduttrici, venendo così escluse da qualsiasi tipo di potere.

In parte le conosciamo già, queste donne, le abbiamo conosciute fra le pagine di storie del folclore, le abbiamo viste raffigurate nell’arte dell’ukiyo-e, rappresentate nei drammi del teatro nō e del kabuki.

Donne come la rokurokubi, un mostro dal lungo collo che utilizza per per cibarsi di piccoli animali o spaventare gli uomini; come la yamanba, la “vecchia della montagna”, un demone famelico, che vive isolato dalla società; come ubume, la “donna che dà la nascita”, che dal XII secolo è conosciuta come lo spirito di una donna morta di parto che cerca di affidare il figlio a un viandante per poi scomparire. 

Donne ingannatrici, astute, impure.

Donne che sono femme fatale, e la cui sola esistenza è una minaccia, è legata alla morte.

In Onibaba – letteralmente “demone femminile”, che viene usato anche per indicare orchesse e donne anziane dei racconti popolari – Rossella Marangoni ripercorre il folclore giapponese dai suoi albori fino ai giorni nostri. 

Mi era capitato di leggere diversi racconti, di autori come Ueda Akinari o Lafcadio Hearn, in cui facevano la loro apparizione questi mostri femminili. E mi è capitato di chiedermi sulle ragioni, di riflettere su quelle che potevano essere le origini di questi esseri.

Questo saggio di spunti ne offre molti, non solo di opere – racconti, drammi teatrali, film – in cui queste malefiche protagoniste fanno la loro comparsa, ma anche e soprattutto di quanto le vicissitudini e le trasformazioni della società non abbiano fatto altro che adattarsi ai tempi, ricreando, di volta in volta, un immaginario che continua a vedere la donna come qualcosa di negativo, minaccioso, malvagio.

“Non traggo conclusioni, non aspettatevene, perché il cammino delle donne giapponesi è sempre arduo e le donne, loro, sono sempre in marcia. Sempre al lavoro per scrollarsi di dosso pregiudizi, sempre a dover dimostrare qualcosa.”

Così afferma nella sua Conclusione la Marangoni. 

Perché l’amara verità è che, purtroppo, quel gap che tanto ci affanniamo a colmare è ancora immenso.

Dettagli libro:

Titolo: Onibaba. Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese
Autrice: Rossella Marangoni
Editore: Mimesis Edizioni
Pagg.: 210
Prezzo: 18€
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