In Recensione

Vite di donne – Su Tong

Vite di donne – Su Tong

Dal realismo socialista alla corrente dell’avanguardia

Su Tong, conosciuto perlopiù per il suo romanzo Mogli e concubine, da cui è stato tratto il film Lanterne Rosse di Zhang Yimou, è uno scrittore cinese inserito nella corrente letteraria dell’avanguardia. In seguito a una maggiore apertura del paese verso l’Occidente e alla riscoperta delle sue stesse radici, il realismo socialista inizia pian piano a essere accantonato: il fenomeno a cui si va incontro nasce dalla necessità degli scrittori di una corrente unitaria che si opponesse ai limiti che fino ad allora erano stati imposti alla letteratura, alla lingua, alla conoscenza tutta.

L’autore Su Tong

Caratteristica comune agli avanguardisti, a scrittori come Yu Hua, Mo Yan, e lo stesso Su Tong, è il concentrarsi sui pensieri del singolo piuttosto che sulla collettività, mettendo in luce la presenza non di una sola prospettiva ma di tante e, soprattutto, sottolineando il dolore e il senso di inadeguatezza che la storia ha in essi lasciato.

Ed è quanto accade in Vite di donne, romanzo minore di Su Tong, comprendente, in realtà, due brevi racconti: Vite di donne e Altre vite di donne.

Dolore e cinismo dell’universo femminile

Il primo narra la storia di tre generazioni di donne, Xian, Zhi e Xiao, vittime delle loro stesse vite in quanto sesso debole: le tre donne, infatti, nulla hanno da invidiare al mondo, sono donne dure – ciniche, si potrebbe dire – battute dal loro destino che le ha condannate a essere abbandonate, sfruttate, dimenticate. E la loro totale mancanza di amore e di affetto, il loro egoismo, la loro avidità, non è altro che il frutto di ciò che hanno vissuto, un’impossibilità di amare perché l’amore non lo hanno mai conosciuto.

Non l’espressione di un sentimento che non sia l’odio, non una dimostrazione di affetto, di benevolenza, di compassione. Le protagoniste di questa storia sono troppo prese ciascuna dalla propria vita per poter pensare a quella degli altri, anche se con altri si parla dei propri familiari.

Il racconto è breve e il tempo della narrazione scorre veloce: le tre donne vivono, infatti, epoche storiche differenti ma tutte egualmente significative: siamo nella Shanghai prerivoluzionaria con Xian, nel periodo della Rivoluzione Culturale con Zhi e, infine, nell’epoca delle riforme con Xiao. I riferimenti alla storia non mancano, e le stesse protagoniste sembrano essere delle pedine di quella società amara che premiava chi faceva la mossa giusta, per quanto dura potesse essere.

La sua scelta corrispondeva alla mentalità dell’epoca e si guadagnò l’apprezzamento generale. La notizia che Xiao partiva volontaria per andare a educarsi in campagna apparve sul quotidiano Liberazione del 1974: erano trascorsi sedici anni da quando lo stesso giornale aveva pubblicato la foto di Zhi premiata al cementificio. 

Due realtà opposte

Nel secondo racconto, Altre vite di donne, due storie – di donne fra loro opposte e, allo stesso tempo, complementari – vengono raccontate parallelamente: quella delle sorelle Jian, chiuse da sempre nella propria casa, completamente prive di affetti e della necessità di crearli, e quella di Gu Yaxian e le due commesse del negozio di loro proprietà, al contrario immerse nel fermento del popolo e del pettegolezzo.

Quando la minore delle sorelle riuscirà – proprio grazie all’aiuto della vicina Gu Yaxian – a uscire da quella gabbia in cui inconsciamente era fino ad allora rimasta serrata e a trovare persino marito, la maggiore sarà colta dall’impeto della gelosia, afflitta dal senso dell’abbandono, al punto tale da negare a se stessa quell’unico affetto a cui tutta la vita era stata legata.

Anche qui, come nel racconto precedente, i fatti si succedono uno dopo l’altro senza lasciare al lettore un minimo di tregua, stimolandolo – almeno secondo me – ad andare avanti per tenersi al passo con il tempo narrativo.

Un animo spietato

Su Tong scava a fondo nell’animo umano, in quello delle donne, per portare alla luce quella cattiveria e quell’egoismo che anni di dolori e sofferenze hanno forgiato fino a schiacciare completamente – o quasi – tutto il resto.

Le frasi brevi, la velocità, la subitaneità, rendono la crudezza dei contenuti – tra l’altro tipica della corrente dell’avanguardia – ancora più forte, facendo emergere, dietro quella dura facciata, uno sfondo buio e sfocato, in cui solo un cuore freddo può sopravvivere.

“Mi meraviglia che tu abbia ancora questa concezione feudale: nella nuova società c’è parità tra uomini e donne. Maschio o femmina è la stessa cosa.” Zhi scosse la testa: “Non è questo. Non riesco a spiegarmi bene. Ci sono tante cose che le donne devono subire e che non toccano agli uomini. Mi capisci?”