Origini giapponesi, con un passato diviso fra Singapore e Francia, è arrivata all’Aja dagli Stati Uniti.
Lei è la protagonista del romanzo Tra le nostre parole, di Katie Kitamura.
Giunta all’Aja come interprete della Corte Penale Internazionale, la giovane è una donna alla ricerca di un posto dove mettere le proprie radici, di un posto da sentire, finalmente, proprio.
Interfacciandosi giorno dopo giorno con nuove persone, venendo a contatto con il loro di mondo, la protagonista ci accompagna in un viaggio intimo ed evocativo nei propri sentimenti, alla scoperta dei propri pensieri, dei propri bisogni.
Dal suo rapporto con Adriaan, che poi scoprirà esser sposato, a quelli con le amiche, che vede poco e con cui sembra non aprirsi mai per davvero; e ancora, il suo ruolo sul luogo di lavoro, il suo dover prestare le proprie parole a un ex Presidente colpevole di numerosi crimini…
Riflessione, introspezione, consapevolezza di sé: sono queste le parole con cui descriverei questo romanzo. Seguiamo la protagonista e narratrice in una quotidianità fatta di parole: parole che ripete a se stessa, parole che ascolta dagli altri, parole che aspetta di poter ascoltare, parole a cui lei stessa da voce.
È un intreccio semplice, non ci sono eventi particolari, solo un lento dispiegarsi dei pensieri della protagonista, un lento aprirsi a quel nuovo mondo, cercando di capirlo e farlo proprio.
Ciò che ho apprezzato particolarmente è stata la prosa dell’autrice, Katie Kitamura, che con questo romanzo è stata finalista al Premio Joyce Carol Oates: soave e di una delicatezza particolare, capace di trascinare, avvolgere.
“Ora, dopo sei mesi, era solo il mio luogo di lavoro: dopo un po’, tutto diventa normale.”
Dettagli libro
Titolo: Tra le nostre parole
Autrice: Katie Kitamura
Traduzione: Costanza Prinetti
Editore: Bollati Boringhieri
Pagg.: 176
Prezzo: 17€