Il titolo La croce buddista (Manji, 1931) si riferisce a un simbolo del buddismo atto a indicare “tutte le cose, l’infinito” che si manifesta nella coscienza di un buddha, ed è per questo che solitamente viene raffigurato nelle sculture all’altezza del cuore. Ma nel romanzo di Tanizaki – pubblicato in Italia da Guanda Editore – , il buddismo, c’entra poco o nulla. L’autore, infatti, fa uso di questo simbolo come richiamo al contenuto del romanzo: triangoli amorosi, amori impossibili, bugie…
In questo genere di studi, se non si sfruttano I momenti di turbamento emotivo, non si ottengono risultati. In tempi normali la maggior parte della gente è del tutto banale, non vale la pena né di osservarla né di ascoltarla. Nei momenti cruciali però queste stesse persone, per azione di qualche misterioso e miracoloso fattore, all’improvviso si esaltano e danno vita a fenomeni strani, si abbandonano a stravaganze, a follie; in una parola, forniscono materia di studio a un gatto…