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Nella stanza chiusa: nostalgia e dolcezza nella penna di F. H. Burnett

La maggior parte di noi conosce la Burnett per i suoi scritti più celebri, come Il giardino segreto o La piccola principessa (che ho amato tantissimo anche io, da bambina), ma anche qui, “Nella stanza chiusa”, vi è un tesoro nascosto da non sottovalutare.

Scritto nel 1904 e pubblicato in Italia nel 2020 da Caravaggio Editore per la collana Classici Ritrovati curata da Enrico De Luca, “Nella stanza chiusa” tratta di una storia di fantasmi, una storia dolce e malinconica.

Qualche accenno di trama

Ha come protagonista la piccola Judith, una bambina fragile, silenziosa, che non ama la compagnia degli altri bambini.

Un giorno, nel caldo torrido dell’estate, si trasferisce con la sua famiglia in un’altra dimora, dove la madre farà temporaneamente da custode. Ed è qui che Judith trova, finalmente, un’amica: si tratta di una misteriosa bambina che diventa subito la sua fedele compagna di giochi, invitandola ogni giorno nella sua stanza…

Un romanzo breve da leggere tutto d’un fiato

La Burnett scrisse questo testo in soli quattro giorni, inserendo, per la prima volta, l’elemento della morte dei bambini: un elemento autobiografico che richiama la morte prematura del figlio.

La sensibilità della piccola Judith e la sua storia fatta di solitudine e nostalgia riescono a trattenere il lettore incollato alle pagine, per trasportarlo con dolcezza e maestria nel viaggio fra sogno e realtà percorso dalla protagonista, facendo di questo brevissimo romanzo un gioiellino da non perdere e da leggere tutto d’un fiato!