In Recensione

Lo Scarabeo – Francesco Uccello

Lo Scarabeo – Francesco Uccello ad est dell’Equatore

Lo Scarabeo

Mariano è un ragazzino di 13 anni, vive a Napoli con la madre Cettina e ha il padre, Salvatore, in carcere.

La sua famiglia da sempre collabora con una finta impresa di pulizie: si tratta infatti di un’agenzia che recluta risorse particolari per incarichi altrettanto particolari. In altre parole, un’associazione a delinquere.

«Siamo l’agenzia interinale dei rinali, capisci? Le persone che selezioniamo non le abbandoniamo: le seguiamo prima, durante e dopo il loro lavoro. Questo è un sistema di garanzia per i nostri clienti, mi spiego?»

A capo dell’agenzia vi è Rosario, lo Scarabeo, che il giovane Mariano vede come modello di vita data la sua sicurezza, la sua potenza, il timore che riesce a trasmettere a chiunque gli stia attorno. E un tempo, insieme a lui, c’era anche il padre di Mariano, che poi si è fatto arrestare come un pollo.

È in questo ambiente che Mariano cresce, matura punti di vista e stile di vita, ricevendo un’educazione – o una mala educazione – che va al di là dello studio sui libri e delle partite a pallone con gli amici.

Necessità di rivalsa

E, stando sempre a contatto con il personale dell’agenzia, egli finisce per innamorarsi della segretaria, Serena, nonostante la differenza di età: egli è sempre lì per soddisfare qualsiasi sua richiesta, gioisce per ogni suo sorriso, si mostra pronto a tutto pur di non perderla.

Sarà proprio il suo amore per Serena a mettere alla prova le sue capacità, la sua determinazione, il suo coraggio: a convincerlo, insomma, che è arrivato il momento di far capire a tutti che non è solo o guaglion’ alla mercè di Rosario e del figlio Ciro; anche lui è capace di essere ascoltato, di essere obbedito, di fare cose “da grandi”.

Ironia e profondità

Stand della casa editrice ad Est dell’Equatore

Lo Scarabeo, pubblicato dalla casa editrice napoletana ad est dell’Equatore e in uscita il prossimo 17 ottobre, è un romanzo di formazione. Ironico e apparentemente leggero, questo fa luce su delle realtà della capitale partenopea che spesso non vediamo ma che sono sempre lì, davanti ai nostri occhi.

È un romanzo che sa farci sorridere ma che, soprattutto, sa farci riflettere: ci si ritrova infatti a pensare a quanto sia ingiusto, a quanto sia sbagliato e, allo stesso tempo, a quanto sia vero ciò che ci viene raccontato.

Ed era proprio questo l’intento dell’autore, Francesco Uccello: «i miei libri devono far ridere ma devono far anche emozionare», ha affermato durante la presentazione del romanzo alla fiera del libro di Napoli (Ricomincio dai Libri, 4-7 ottobre 2019).

Tanti sono i romanzi, i saggi, i racconti che ci parlano di Napoli, ognuno da differenti angolazioni. E quello di Francesco Uccello è un romanzo che ce la mostra dall’interno, dalla parte che secondo noi è quella sbagliata, per farci vedere quanto sia naturale, quanto sia di normale routine compiere atti illeciti, e quanto a rimetterci sia soprattutto chi è innocente, chi non ha ancora affrontato la vita vera, chi è ancora alla ricerca di se stesso, del proprio carattere, della propria forza: i giovani, appunto.

«Pensa una cosa alla volta Mariano e guardala dritto in faccia. Affrontare le cose tutte insieme può essere pericoloso perché per guardarle rischi di dover girare la testa in continuazione, e alla fine cadi.»