In Recensione

La ragazza del Bauhaus – Theresia Enzensberger

Tornare indietro di cento anni

In occasione del centenario dalla fondazione del Bauhaus, Theresia Enzensberger, figlia dello scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger, ci riporta, attraverso il suo romanzo, fra le mura di quella scuola: nella sua sede originaria di Weimar prima, e a Dessau poi.

E lo fa attraverso gli occhi e la voce di Luise Schilling, giovane studentessa che vede nella scuola di architettura del Bauhaus una vera e propria Terra Promessa.

Luise, una donna fuori dal comune

Convinta dei propri ideali, forte nelle proprie ambizioni, Luise si trova a combattere contro tutto e tutti pur di inseguire il suo sogno: entrare a far parte del mondo dell’architettura. Mondo considerato, però, prettamente maschile nei primi anni ’20 del novecento. All’interno della scuola, infatti, era evidente la tendenza a scartare quasi del tutto le donne da dipartimenti quali l’architettura o la falegnameria, vedendole più “adatte” alla tessitura.


Sai, agli uomini non piace che le donne vadano a cacciare di frodo nei loro territori. E l’architettura è per l’appunto un territorio sul quale gli uomini avanzano pretese esclusive. Non se le riescono proprio a immaginare delle donne che costruiscono case!

Sede del Bauhaus di Dessau

Ma Luise non si dà per vinta. E non lo farà neanche quando, costretta dalla madre ormai plagiata dal tirannico fratello maggiore, tornerà a Berlino per frequentare un corso di economia domestica.

In costante fuga da pregiudizi e perbenismi che la tengono legata a radici non sue, Luise non smette mai di credere in se stessa, neanche quando le circostanze la faranno ritrovare sola, lontana emotivamente e fisicamente da tutto e tutti.

Vedremo la protagonista immersa fra lezioni e feste, compagnie di attivisti politici e strambe sette che preferiscono al contrario astenersi dall’atroce scenario che è la vita di tutti i giorni. E non mancano in tutto questo le storie d’amore, le delusioni, le amicizie giuste e quelle sbagliate… tutti quegli elementi comuni alla vita di una giovane donna.

Allo stesso tempo, si vede prendere forma sullo sfondo lo scenario politico del tempo, la presa di potere dei nazional-socialisti, la rabbia di chi continuava a combattere dalla parte del popolo e le condizioni in cui accettava di vivere pur di continuare la propria battaglia. La storia, insomma, si intromette nella narrazione, ed è presente pagina dopo pagina.


Niente al momento mi sembra avere più senso che essere qui in questo posto, qui dove hanno capito che non possiamo stare fermi, che abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo.…

Emozioni contrastanti

L’autrice Theresia Enzensberger

Pubblicato in Italia nell’aprile di quest’anno da Guanda Editore, ho iniziato a leggere questo romanzo non appena ho visto per la prima volta la sua copertina e ho letto la sua sinossi. Tante e costrastanti sono le emozioni che mi ha trasmesso la sua lettura. Questo significa che no, non mi ha per niente delusa.

Le cose e le persone che circondano Luise non sono altro che il frutto dell’epoca in cui si sviluppano, un’epoca che vede le donne emarginate, i comunisti come gente da evitare… tutte idee diffuse e radicate in quella nuova piccola borghesia che vedeva in esse l’ordine naturale delle cose.

E fa rabbia vedere i sogni di una giovane dissolversi nell’aria, frantumarsi in mille pezzi solo perché a crederci era stata lei, una donna. Ed è una dinamica, questa, che regnava sovrana in quella scuola che aveva ospitato artisti del calibro di Klee, Gropius e Kandiskij.

Ma è anche bello pensare che possa esserci stata davvero una Luise Schilling, una donna diversa dalle altre, che non accetta in alcun modo la sua presunta inferiorità solo perché donna, che non si arrende quando tutto sembra riversarsi contro di lei, che continua ad andare avanti, fino alla fine, a testa alta.