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Il ciliegio del mio nemico: prosa evocativa ma intreccio un tantino confuso

La storia d’amore fra il protagonista – di cui non conosciamo il nome – e la moglie Qiuzi sembra essere perfetta.

Lui ambizioso e in gamba, mentre la sua carriera nel settore immobiliare prende il volo, lei dolce, ingenua, che lavora come fiorista.

L’equilibrio dei due viene dapprima turbato dal terremoto del 1999, a causa del quale la sensibile Qiuzi rimane scioccata, pur non avendo subito danni fisici. E, in seguito, a cambiare i loro destini si rivelerà la vincita di una macchina fotografica.

Iscrittasi al corso di fotografia di Luo Yiming, Qiuzi sembra cambiare completamente atteggiamento nei confronti del marito, spesso lontano da casa a causa del lavoro.

Tutte queste informazioni veniamo a conoscerle a posteriori, quando il protagonista-narratore, dopo aver abbandonato la sua carriera per aprire una caffetteria vicino al mare, si ritroverà a raccontarle a Baixiu, figlia di Luo Yiming, che si reca a fargli visita in seguito al tentato suicidio del padre.

Delicatezza e poesia caratterizzano la prosa di Wang Ting-kuo, autore taiwanese: una prosa che ha molto di orientale, e che è capace di evocare – o rievocare, atmosfere, ricordi, emozioni, come se si stessero vivendo seduta stante, per la prima volta.

Data la natura della trama, costituita da continui sbalzi temporali e spaziali, è difficile però stargli dietro: fin dall’inizio, risulta piuttosto complicato mettere insieme gli elementi che il narratore ci fornisce e, durante tutta la lettura, si percepisce una certa confusione e monotonia.

Ho apprezzato molto la prosa evocativa dell’autore, ma non posso dire lo stesso dello sviluppo dell’intreccio narrativo, che ha reso la lettura lenta e poco scorrevole. Davvero un peccato.

Dettagli libro

Titolo: Il ciliegio del mio nemico
Autore: Wang Ting-Kuo
Traduzione: Maria Gottardo, Monica Morzenti
Editore: Neri Pozza
Pagg.: 203
Prezzo: 17€ cartaceo, 9.99€ ebook
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