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I chuanqi, memorie di cose straordinarie

Il chuanqi 传奇, «racconti del meraviglioso, fantastico», è un genere letterario nato e fiorito durante la dinastia Tang (618-907), che venne praticato anche nei secoli a venire, fino alla dinastia Song (960-1279).

Qualche cenno storico-culturale

Il racconto del soprannaturale non era però una novità in Cina: è alle prime dinastie Xia (ca. 2100 a.C. – 1600 a. C), Shang (1600 a.C. – 1046 a.C.) e Zhou (1045 a.C. – 246 a.C.) che risalgono le incisioni su gusci e ossa a scopo divinatorio, in cui venivano poste delle domande alle divinità, le quali potevano rispondere in modo affermativo o negativo.

Era inoltre diffuso, prima dell’avvento degli Zhou, il culto degli antenati, che avevano una funzione mediatrice con le divinità, e il sovrano, considerato capace di influenzare gli spiriti, aveva prerogativa nel culto ancestrale.

In seguito questa credenza venne sostituita con il cosiddetto “mandato del cielo” (tianming 天命): il potere veniva affidato a chi, considerato il più benevolo e virtuoso, riceveva la benedizione della propria sovranità dal cielo, ma poteva perderla se si fosse dimostrato corrotto e ingiusto.

Chuanqi e zhiguai

I chuanqi traggono la propria origine dai zhiguai (志怪, racconti sul soprannaturale), la cui tradizione risale all’epoca Han (206 a.C – 211 d.C). Questi apparivano come racconti brevi spesso in forma di liste con narrazioni o descrizioni di tutto ciò che veniva considerato “anomalo”, in quanto non si aveva alcun mezzo per spiegarlo.

Questo tipo di racconti poteva essere incentrato su fenomeni inspiegabili, oggetti strani e rari, o anche sulle gesta eroiche e leggendarie dei sovrani.

La principale differenza fra i zhiguai e i chuanqi risiede nello stile: gli zhiguai erano solitamente molto brevi, con uno stile poco elaborato; i chuanqi, al contrario, avevano un linguaggio colto, formale, ed erano scritti in lingua letteraria. Inoltre, molti storici concordano sul fatto che i chuanqi fossero scritti solo dai letterati, al contrario degli zhiguai che venivano scritti anche da storici, religiosi, o maestri di esoterismo.

La struttura dei chuanqi presenta delle caratteristiche fisse, quali introduzione, corpus e conclusione, e l’indicazione precisa di date, località e nomi è atta a garantire la storicità del racconto. L’autore, per questo motivo, narra la storia in prima persona e si presenta con nome e cognome.

Fu solo durante l’epoca Song che le tematiche dei chuanqi vengono adottate da cantastorie e commentatori che fanno utilizzo della lingua volgare (白话 baihua), per poi pubblicare queste storie in canovacci, raggiungendo così una popolarità ancor maggiore data l’accessibilità della lingua a un pubblico più ampio.

La raccolta

I nove testi scelti da Edoarda Masi in questa raccolta, pubblicata nel 1994, sono risalenti tutti al IX secolo tranne il primo, della seconda metà dell’VIII, e hanno tutti protagoniste femminili.

La selezione di questi racconti, come spiega la Masi nell’introduzione, è atta a mostrare


“l’intreccio di motivi tradizionali e innovatori, conformisti e iconoclasti. […] una società duplice, aristocratica per un verso, dominata dalle grandi famiglie, e per l’altro già occupata dai letterati con i loro specifici criteri di valore non nobiliari.”

Anche le credenze e l’orientamento religioso degli autori varia da un racconto all’altro: ora più confuciano, ora più tao-buddhista.

Appaiono quindi la figura della donna-volpe (Storia di Ren), di donne di classe non aristocratica, come cortigiane e concubine (Storia di Li la Bella, Storia di Xie Xiaoe, Huo Xiaoyu), che mostrano come, anche in una Cina in cui le norme morali non prevedono rapporti di uomini di buona famiglia con donne di classe inferiore, in realtà queste vengono poi reinterpretate a seconda dell’orientamento degli autori.

E ancora, la donna amante e abbandonata il cui spettro ritorna per portare il suo uomo alla follia…

Insomma, leggere i chuanqi permetterebbe di immergersi totalmente nella tradizione cinese, nei suoi valori, nelle sue credenze, e in come gli autori del tempo le abbiano interpretate.

L’esaustiva introduzione, che presenta anche il contesto storico del tempo, così come le note a fine libro, aiutano a capire ancora di più le particolari scelte effettuate dai singoli autori, sia nei contenuti che nello stile, rendendo quindi la lettura adatta anche a chi si trova alle prime armi con la cultura cinese.

Fonti