In Recensione

Berta Isla – Javier Marías

Berta Isla – Javier Marías
Einaudi Editore

L’impossibilità di conoscere gli altri con assoluta certezza, l’attesa e una profonda solitudine: sono questi i temi dominanti del romanzo Berta Isla dello spagnolo Javier Marías, pubblicato da Einaudi nel 2018.

Un matrimonio, due sconosciuti

Berta Isla e Tomás Nevinson si conoscono fin dai tempi del liceo e finiscono per sposarsi, per coronare quel sogno di amore di due persone che sono cresciute insieme, e che insieme hanno vissuto. Ma lungi dall’essere un matrimonio perfetto, il loro diventa un rapporto piatto, quasi forzato: il rapporto di due persone che si conoscono da una vita ma che, in realtà, sanno poco della vita dell’altro.

 Tom e Berta non sapevano che quella sarebbe stata la cifra di gran parte della loro vita insieme, insieme e senza limiti precisi, insieme ma dandosi le spalle.

Il motivo della loro lontananza – mentale oltre che fisica – è il lavoro di Tom, lavoro di cui Berta verrà a conoscenza solo anni dopo averlo sposato: egli fa parte dell’MI6, ovvero i servizi segreti inglesi, suo paese d’origine e per il quale comincia improvvisamente e inaspettatamente a sviluppare un forte senso di patriottismo, nonostante l’attuale stabilità trovata in Spagna con moglie e figli.

I suoi misteriosi viaggi per chissà dove e per fare chissà cosa diventano sempre più lunghi, e Berta non può fare altro che aspettare – aspettare quella persona che pensava di conoscere davvero, ma di cui non sa nulla, e nulla può chiedere.

“Quello che faccio non è successo”

Ma nonostante il dolore e la solitudine che affliggono la protagonista, questa accetta comunque la situazione, accetta di vedere l’uomo che aveva sposato solo quando lui non è impegnato a servire il Regno, ad aspettare il suo ritorno senza mai sapere quando, senza mai ricevere una telefonata, una lettera, nulla.

Quello che faccio non è successo, non risulta da nessuna parte, non c’è nessun documento che lo dimostri e non deve esserci. Qualunque cosa succeda non succederà per opera mia, perché noi che facciamo questo mestiere ci siamo ma non esistiamo, esistiamo però non ci siamo. Facciamo però non facciamo, o non facciamo quello che facciamo, o quello che facciamo noi non lo fa nessuno. Semplicemente accade, come un fenomeno atmosferico.

Si chiede di continuo cosa abbia spinto quell’uomo che un tempo era spensierato, leggero, che aveva un futuro promettente grazie al suo genio nelle lingue – conosceva molto bene sia l’inglese che lo spagnolo – ad accettare di avere quella vita, una vita che non è la propria, una vita sporca, fatta di menzogne e tradimenti. Ma non riesce mai ad avere una risposta.

«Quanto poco ho contato per te, nella nostra vita. Che ruolo insignificante ho avuto nella tua, che si è svolta altrove. Però vedi, adesso sei qui, con me, qui dentro.»

Un romanzo travolgente

Non voglio dilungarmi molto sui risvolti della trama, per non guastarne la lettura a chi ancora non lo ha letto. Le vicende a cui saranno soggetti marito e moglie suscitano, viste dall’esterno, profondo stupore e, perché no, anche indignazione.

L’autore Javier Marías

Berta Isla è stato il mio primo approccio con lo scrittore Javier Marías, che ora sono curiosa di approfondire. Sia il contenuto, sia la scrittura – l’autore si prende la briga si sventare i possibili equivoci linguistici data la continua alternanza nell’uso di due lingue da parte dei personaggi – di questo romanzo sono perfetti: si alternano in esso il punto di vista di Berta – che narra in prima persona le sofferenze di quella relazione a distanza – e quello di Tom, con l’uso invece della terza persona: in tal modo, il lettore viene a conoscenza delle ragioni di entrambi, di  fatti ed episodi inconfessabili, che i due nascondono l’un l’altro fino alla fine, e di comprendere e accettare, così, le loro rispettive scelte.

Il romanzo e l’opera di T.S. Eliot

Degne di nota sono, inoltre, le citazioni del poeta Thomas Stearns Eliot, che accompagnano l’intera narrazione: versi come “La storia è una trama di momenti senza tempo”, “Questa è la morte dell’aria” (entrambi tratti dalla raccolta Four Quartets), descrivono con esattezza i pensieri di Tom, costretto a vivere una vita-non vita, che è la sua ma anche di molti altri, e a fare i conti con un tempo che passa, si dilata, e distrugge ogni rapporto, ogni persona. 

 

Berta Isla è, in conclusione, un romanzo difficile. Non difficile da leggere o da farsi piacere, ma da accettare. Rende difficile, se non impossibile, immedesimarsi nei panni tanto di Berta quanto, ancor di più, di Tom. Narra una realtà a noi perlopiù oscura, sconosciuta, e la narra dal punto di vista di chi ha deciso, volente o nolente, di conviverci.