Un romanzo che divide i lettori
Su questo libro si è discusso tanto: c’è chi lo osanna e chi lo odia. Due estremi veri e propri.
Per quanto mi riguarda, e partendo dal presupposto che è stato il mio primo Missiroli, a me non è dispiaciuto. Non che sia già fra i miei libri preferiti, ma ne consiglierei la lettura.
Atti osceni in luogo privato è un romanzo di formazione, di indagine interiore, e a compierla è il protagonista Libero Marsell.
Libero ci racconta in prima persona della scoperta ed evoluzione di sé toccando due aspetti: quello sessuale e quello letterario (e culturale in genere), partendo dall’infanzia fino ad arrivare alla paternità.
A cavallo tra Parigi, dove cresce e inizia i suoi studi, e Milano, dove si trasferisce per università e lavoro, la crescita di Libero è accompagnata dai suoi sfoghi sessuali (inizialmente da solo), e dai libri.
È durante una cena con la sua famiglia, da poco trasferitasi a Parigi – madre esperta in maquillage e lettura delle carte, e padre comunista e distributore di soluzioni omeopatiche – che avviene la presa di coscienza di Libero del potere che il sesso avrebbe esercitato sulla sua vita.
Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i piatti di cappelletti e raccontava di come l’utero sia il principio della modernità. Versò il brodo di gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffraggette che hanno liberato le coscienze. – E i pompini. La crepa fu questa. Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre sentenziava: e i pompini.
Tutto ruota quindi attorno ai pensieri e alle sensazioni di Libero alle prese con le relazioni con l’altro sesso. Si inseriscono in questo scenario personaggi secondari: primo fra tutti Emmanuel, amante della madre la quale porrà poi fine al matrimonio con Monsieur Marsell per lui; Marie, bibliotecaria ex fidanzata di Emmanuel che diventerà amica fidata di Libero; Antoine, suo compagno di avventure, e la sorella Lunette, primo grande amore del protagonista; i suoi amici italiani, Mario e Lorenzo, e quella che poi diventerà sua moglie, Anna. Ognuno di loro ha un ruolo preciso e ben delineato nella vita del protagonista, sembra proprio che, in qualche modo, arrivino e se ne vadano nel momento giusto.
Nonostante la scarsità di accadimenti che diano una qualche particolare svolta al romanzo – cosa che potrebbe farlo passare per un semplice diario di un ometto che, come tutti gli adolescenti, si trova impreparato di fronte ai misteri dell’amore e del sesso – in realtà Atti osceni in luogo privato, offre qualcosa in più.
Ogni tappa della vita di Libero, come già detto, è accompagnata da libri – Camus, Maugham, Duras, Buzzati, Whitman, e tanti altri – e film cult. E questo ha portato molti lettori a criticare una certa ostentazione da parte dell’autore, un voler creare un protagonista radical chic circondato dalla sua cerchia di altrettanti personaggi stereotipati. Personalmente io non l’ho vista così. Ogni citazione di Missiroli ha un suo perché, si inserisce nella serie di epifanie che permettono a Libero di crescere e scoprire un nuovo aspetto della vita. Tutto questo reso con una scrittura direi perfetta, capace di passare dalle espressioni più ricercate a quelle più colloquiali, riuscendo comunque a non disturbare la scorrevolezza dell’insieme e a sfociare nello snob o nel volgare.
Basti pensare a come viene descritta la presa di coscienza del protagonista dei sentimenti provati per Anna:
Ho sposato Anna per amore, e per come scopa. Oltre l’eros, oltre la sua insuperabile attitudine a farmi sentire vivo, le ho chiesto la mano un giorno di settembre per avermi restituito il nome.
Sì, perché Libero di nome riesce a diventare libero proprio grazie alla sua Anna, che lo risveglia dalla delusione di un amore perduto, dalla sua bulimia sessuale, lo inizia a una nuova vita, più bella, più viva.
È poi nel finale che si ha una deviazione dalla “comune” vita di Libero, e anche questo sembra esser collocato lì, proprio lì, come l’ultimo pezzo di un puzzle. Nelle poche pagine riservate al finale si è in balia di emozioni contrastanti, di insana felicità e amara tristezza, liberazione di sé e nostalgia di qualcosa che è venuto a mancare.
Un cerchio perfetto
Personalmente, Atti osceni in luogo privato mi è apparso un romanzo che si apre e si chiude come un cerchio perfetto, prima espressione che mi viene in mente per descriverlo. Si assiste alla crescita di un uomo come tanti, che viene messo a nudo, spogliato dei tabù che si celano dietro a quell’ometto di mondo, così come (credo) in tutti. È un romanzo di formazione che riesce nel suo intento, la scoperta della vita e del sesso, e forse proprio per questo la semplicità della sua trama riesce a detenere comunque il potere di catturare.